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al testo di Paolo Mazzocchini
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Quando inchioda al semaforo davanti alla caserma dei pompieri la signora s’osserva, si scopre quasi nel retrovisore. Distende la fronte. Con vezzo fluido della mano destra, piegandosi sul collo, racconcia i capelli neri. Il pettine delle dita muove argini garbati alla troppo ingovernabile piena dei pensieri. Controlla il trucco, rassetta i ray ban chiari sulla sella del naso, curva la bocca a cuore sullo specchio a catturare forse la cima d’un brufolo assassino. Verde e smarrisce nello slancio il senso del suo corpo, lo sguardo punta cieco oltre il dosso dietro la coda di un rammarico che svola tra gli alberi, mentre un frullo a secco di tergicristalli gratta invano la patina dei crucci sul parabrise. |
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